
Vivo sensazioni contrastanti. Felice, come sempre quando la Fiorentina vince. Deluso per le opportunità che questo campionato aveva offerto ai viola e che non sono state colte. Nauseato al pensiero di una nuova Sofference League. Sì, lo capisco, meglio l’Europa di terza scelta che niente. Almeno il giovedì si può tifare, esultare, sacramentare, discutere su qualcosa. Però pensare a partite contro squadre come Sivasspor, Pafos, Lask fa venire l’orticaria. La qualificazione in Conference mi dà almeno l’illusione che forse possa essere un elemento per trattenere i giocatori migliori. A cominciare da Moise Kean che con il suo gol ha portato di nuovo la Fiorentina in Europa.
La partita contro l’Udinese ha mostrato i difetti ormai noti della squadra: l’enorme difficoltà a creare trame d’attacco che esulino dal lancio per il centravanti. La superiorità numerica, gentilmente concessa dall’arbitro, ha dato un contributo fondamentale al barlume di fase offensiva dei viola. Tuttavia la squadra è riuscita a farsi rimontare, rischiando di buttare a mare l’ennesima occasione.
Mi resta il sospetto che la Lazio abbia scelto di perdere per evitare l’impegno in una coppa di scarso prestigio, per concentrare le forze della prossima stagione nella qualificazione in Champions (o, alle brutte, in Europa League). Una scelta che mi sarebbe piaciuta anche per la Fiorentina, dove invece si pensa che il maggior numero di punti raccolti in classifica rispetto alle annate precedenti, indipendentemente dai traguardi raggiunti o mancati, sia il coronamento dll’ambizione sbadierata.
Oggi lasciamo perdere le pagelle. Bene Kean, che non segna ad ogni tiro altrimenti sarebbe Lewandowski, ma è determinante (riusciremo a trattenerlo?). Bene Comuzzo, che segna di tacco un gol da Messi (lo rimettiamo in panchina). Bene l’impegno della squadra (che però non basta senza una regia in campo e fuori).
La vittoria di oggi non recupera, tanto meno cancella, l’insufficienza alla gestione di Palladino, alla politica societaria, alla conduzione del presidente Commisso al sesto anno senza successi (lui disse alla prima conferenza stampa che voleva vincere qualcosa alla svelta e ancora la Conference non era stata inventata). Non è stata una stagione buia, è stata una stagione incolore. E per certi aspetti è pure peggio.
Da domani inizia già la nuova. Forza Viola Sempre e Comunque.
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