Ci vuole un’amnesia. Uno shock che cancelli la memoria. Un erase nella Ram dei giocatori viola. Sousa deve essere capace di provocarla senza farsene accorgere. Ricorra pure al neuralizzatore dei “men in black”. E’ in questi casi che si misura la capacità di un allenatore di incidere sulla psicologia del gruppo. Spesso si sente dire che le sconfitte aiutano a crescere, a incamerare esperienza anche se da una circostanza negativa. Ed è vero. Ma la scoppola di Roma non rientra in questa casistica. Quella è stata una partita maledetta in cui si sono sommate stanchezza fisica e decisioni arbitrali invereconde, sentenze su misura e deviazioni sfortunate, distrazioni di massa e scelte tecniche opinabili. Insomma un calderone di tutto ciò che ogni tifoso, giocatore, allenatore spera di non dover mai affrontare singolarmente, figuriamoci tutte insieme.
La Fiorentina contro la Roma non ha fatto una brutta figura, ha proprio preso una bambola che va oltre la sconfitta. E’ stata una prestazione paragonabile a quando un portiere, anche il più bravo, incappa nella papera: il pallone che scivola dalle mani, il rimbalzo galeotto, il rinvio ciccato. I grandi portieri hanno una caratteristica imprescindibile per essere tali: l’amnesia immediata. Quando capita la papera, perché nessuno ne è immune, riescono a non somatizzare, a dimenticarla un attimo dopo. Il portiere che rimugina sull’errore commesso è destinato a sbagliare di nuovo. Mai mettere a rischio la fiducia in se stessi quando si è sotto pressione. Ecco perché occorre che Sousa provochi un’amnesia collettiva nella squadra. La trasferta all’Olimpico va cancellata dalla testa dei giocatori. Sarebbe un ricordo troppo pesante e doloroso da sopportare per chi invece deve riprendere a correre con la speranza di centrare un obiettivo importante. Dopo la bella prova col Napoli, ecco il Verona. E nel mezzo? Nel mezzo niente. Voi avete visto qualcosa?
monica
…caro matteini, sono i “men in black”, non gli “x men” !! 😉 😉
Francesco Matteini
Lapsus, hai ragione: corretto. Grazie.
Alessio
Molto arguto e scevro da banalità. Raro non sentire luoghi comuni quando si ascolta un commento sportivo. Complimenti. Ancora qualcuno ha voglia di provarci a essere vero e diretto. Grazie. Non è roba da poco. Sapesse che noi il resto.
BELFAGOR
BELLISSIMO ARTICOLO. IL PIU BELLO LETTO NEGLI ULTIMI 10 ANNI.BRAVO MATTEINI, non sei mai banale
Francesco Matteini
Troppo buono. Comunque ricevere ogni tanto un apprezzamento fa piacere, riconcilia. Grazie.
BELFAGOR
CARO MATTEINI, NON ESAGERAVO COI COMPLIMENTI.PERCHE’ LA TUA CONSIDERAZIONE E’ UNA GRANDE LEZIONE DI VITA E PUO’ ESSERE APPLICATA A QUALSIASI CAMPO DELLA NOSTRA VITA, NON SOLO NEL CALCIO.L’ARTICOLO L’HO ANCHE STAMPATO e invece del portiere direi che la che rimugina sull’errore commesso è destinato a sbagliare di nuovo.so che e’ difficile resettare e passare all’amnesia immediata come fanno i grandi portieri, ma bisogna sempre provarci.questo articolo me lo leggero quando dopo aver fatto un grosso sbaglio, saro’ tentato di rimuginare sull’errore