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Fiorentina vs Neto, unico sconfitto: il tifoso viola

Di Francesco Matteini | 5 Gennaio 2015

La gestione del caso Neto da parte della Fiorentina, forse è stata meno approssimativa di quello che appare. Magari ugualmente criticabile, visto il risultato complessivo, ma non improvvisata. Vediamo i passaggi. Alla fine della scorsa stagione i dirigenti viola propongono a Neto il rinnovo del contratto. La conferma la fornì lo stesso giocatore nell’intervista che nello scorso ottobre rilascio al canale televisivo brasiliano Espn. In quell’occasione si lasciò andare anche ad affermazioni che oggi suonano come una irridente presa per i fondelli, ma di questo ho già scritto in un post precedente.

La Fiorentina fa la sua offerta ma Neto rifiuta. Come mai? C’era già dietro un’altra società? Forse una società ancora no, ma una precisa strategia commerciale, che è difficile non attribuire a chi cura gli interessi del giocatore, penso proprio di sì. In quel momento Neto decide di scommettere su se stesso e sulla sua capacità di consolidare la propria affidabilità, facendo scordare il girotondo di papere inanellate in precedenza. Aspetta a rinnovare – deve avergli suggerito qualcuno – parti da una base tanto bassa che il rischio di peggiorare l’ingaggio è quasi inesistente. Se continui a parare bene potrai chiedere una somma superiore a quella che ti viene offerta oggi. Se poi questi soldi arriveranno dalla società viola o da un’altra squadra fa poca differenza.

La Fiorentina subodora il giochetto e decide di cautelarsi. La scelta di Tatarusanu fu interpretata come la mossa per garantirsi sotto l’aspetto tecnico, a fronte di una possibile ricaduta di Neto nel paniere dei portieri paperoni (non per l’ingaggio). Invece è stata forse una mossa per fronteggiare situazioni come quella che si è concretizzata in questi giorni. D’altronde prendere un giocatore con circa 200 presenze (di cui una cinquantina nelle coppe europee) nella Steaua Bucarest, la squadra più rappresentativa della Romania (non del Togo o del Laos, con tutto il rispetto), e 28 in nazionale e fargli firmare un contratto fino al 2019, non fa pensare ad un portiere di riserva, ma a un possibile titolare.

Tra Neto e la Fiorentina si è, quindi, giocata una lunga partita a scacchi, con mosse, contromosse e un  unico vero sconfitto: il tifoso che vede sbriciolate ancora una volta passioni, emozioni, entusiasmo.  Quel tifoso che, nonostante gli eventi, resta incapace di non  affezionarsi a chi indossa la maglia viola. E si rende quindi sempre più vulnerabile ai tradimenti dei Neto di turno. 

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Pubblicato in: Fiorentina

Interazioni del lettore

Commenti

  1. paolo p. dice

    05/01 22:18 alle 22:18

    Il tifoso viola non è solo lo sconfitto del caso Neto. E’ lo sconfitto di questa gestione societaria, dalla dirigenza alla proprietà:tanti proclami di progetti, e poi sciami di giocatori che vanno e vengono senza che a volte neppre si siano visti in campo, proclami su “sicuri talenti e campioni” che durano lo spazio di un mattino, e a volte meno; proclami di scudetti perfino, di titoli e trofei da vincere o da onorare o da conquistare in qualifica, e poi… Di contro, troppe volte il ricatto della frase “ma in passato abbiamno fatto…”, “ma fino a oggi i risultati…” “ma se non c’erano loro…” e via dicendo. ILl fatto è che il calcio, quando non ti chiami Juventus o Inter o Milan o Real Madrid o Bayern etc. è fatto di speranza in un futuro costruito per vincere qualcosa. Qui non accade. E il caso Neto non è che una prova, e forse nemmeno la più eclatante, perché alla fine morto un papa si fa un papa e un cardinale.

  2. pompeo dice

    06/01 08:15 alle 08:15

    Non ne farei un caso, io sono fra quelli (pochi) che ha sempre difeso Neto, anche nei momenti peggiori, ma non penso che sia Buffon, si troverà un’altro portiere
    Sulla società invece registro l’ennesima scivolata, lasciare all’allenatore, come è emerso dalla conferenza stampa di ieri di Montella la scelta sull’utilizzo o meno del giocatore, quando ormai tutto il tifo é schierato contro Neto, é da dilettanti pusillanimi, una non scelta, se le parole di Montella trovassero conferma, che sottolinea una volta di più, che la confusione sotto il cielo è grande, ma al contrario di quanto affermava Mao Tze Tung, la situazione non é affatto eccellente

  3. piero dice

    06/01 11:43 alle 11:43

    Sinceramente non mi sento sconfitto.
    Sconfitto di cosa?
    Neto va via? arrivederci e grazie, senza rimpianti e senza rimorsi.
    Neto è il nuovo Buffon? non credo.
    Per me non vale 2.000.000 d’ingaggio, in quel caso avrei criticato la società.
    Mi sembra che stiamo ingigantendo il caso.
    Condivido lo stato confusionale della società, ma in generale, no su Neto.
    Forza Viola

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